Il Bagno Marechiaro
La seguente è una lettera scritta da una cliente al
Bagno Marechiaro.. E non ci sono parole migliori per
raccontare la nostra storia.
Erano gli anni 50 e la nonna mi portava al mare, non in
vacanza, ma per cura, perchè da piccola ero magra,
inappetente ed anemica, e il dottore consigliò il
mare come medicina.Nel mese di Agosto si affittava la cabina
al 'bagno' e anche se faceva brutto tempo si partiva,
perchè si pagava e poi l'aria faceva bene lo stesso.
Così, cariche di borse, si prendeva il treno delle 8
a Bozzano e si scendeva alla stazione vecchia di Viareggio,
poi a piedi, passando dal Valipedio per accorciare, si
arrivava al bagno Marechiaro.
Perchè proprio lì? Perchè la
proprietaria, cioè la Lea, era amica della nonna,
infatti lei veniva da Chiatri, un paesino sopra le colline
di Bozzano, e così a noi del contado sembrava di
essere in famiglia..
Al 'bagno' c'erano tante nonne con i nipoti. Tutti al mare
per cura; era la filosofia di quel tempo, la povera gente
non pensava davvero alle vacanze. I genitori lavoravano e le
nonne facevano le baby-sitter e nello stesso tempo le
sabbiature. Dovete sapere che erano delle vere torture, ma
le nonne non ci badavano. Sceglievano il posto vicino alle
cabine e dopo mangiato, con il sole rovente, si preparavano
la buca e si sdraiavano riparate da un ombrello nero che
portavano da casa per proteggere la testa. Allora noi subito
le coprivamo con palettate di rena bollente, poi ci sedevamo
lì vicino, all'ombra, e si giocava. A dir la
verità io avevo paura che la nonna morisse lì
sotto e non vedevo l'ora che uscisse tutta rossa e sudata
per poi gustare il 'pinguino' per me ed un bicchiere di
cedrata per lei.
Verso le cinque si riprendeva la borsa e via al treno. La
Lea era una brava cuoca, preparava i primi: cacciucco e
spaghetti con le arselle, era sempre indaffarata e se i
bimbetti facevano trasando ci pensava lei.
Negli anni '60 nel mese di Agosto ritornavo al Marechiaro,
con le amiche e i fidanzatini e la Lea era sempre lì
a far da mangiare e a pulire il bagno che era la sua vita.
Poi mi sposai ed andai ad abitare a Torino e quando ritornai
in vacanza il Marechiaro era stato spostato, ingrandito con
le cabile nuove e gli ombrelloni gialli. La Lea era
più che mai orgogliosa e continuava a preparare i
'primi' aiutata dai figli.
Passarono gli anni e un'Estate non trovai più la Lea,
se n'era andata un pò prima della nonna, così
va la vita.
Al 'bagno' c'erano tante nonne con i nipoti. Tutti al mare
per cura; era la filosofia di quel tempo, la povera gente
non pensava davvero alle vacanze. I genitori lavoravano e le
nonne facevano le baby-sitter e nello stesso tempo le
sabbiature. Dovete sapere che erano delle vere torture, ma
le nonne non ci badavano. Sceglievano il posto vicino alle
cabine e dopo mangiato, con il sole rovente, si preparavano
la buca e si sdraiavano riparate da un ombrello nero che
portavano da casa per proteggere la testa. Allora noi subito
le coprivamo con palettate di rena bollente, poi ci sedevamo
lì vicino, all'ombra, e si giocava. A dir la
verità io avevo paura che la nonna morisse lì
sotto e non vedevo l'ora che uscisse tutta rossa e sudata
per poi gustare il 'pinguino' per me ed un bicchiere di
cedrata per lei.
Anche nel duemila vado al bagno Marechiaro e nel mese di
Agosto ci porto Ginevra, mia nipote, è la storia che
si ripete. Il 'bagno' della Lea ora è dei suoi
nipoti, i fratelli Lovi Carlo e Cristina, ed è
diventato il fiore all'occhiello della Marina di Levante.
Carlo e Cristina sono davvero in gamba, sanno fare il loro
lavoro ed hanno dotato il bagno di tutti i comfort, è
accogliente, ben tenuto e immensa è la spiaggia
giocano ininterrottamente. Davvero bravi, capaci ed amiconi
i fratelli Lovi.
Mancano però le nonne che facevano le sabbiature per
'curà' i dolori e... la Lea che cucinava!
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